Il Mare nostrum, Mare Mediterraneo

Mare Mediterraneo : piano mesolitorale
Il piano mesolitorale o zona intertidale è la parte del litorale che oscilla tra la bassa e l’alta maree tuttavia durante la bassa marea non va mai completamente all’asciutto, il Mare nostrum è a “maree deboli” quindi tali limiti dipendono soprattutto dal moto ondoso più che dalle oscillazioni dovute alla marea.

Ambiente intertidale

Esistono due tipi di ambienti intertidali: quelli presenti sulla roccia e quelli caratteristici delle spiagge, in entrambe i casi le onde oltre a determinare i livelli di umidità costituiscono un continuo apporto di ossigeno e nutrienti e allo stesso tempo allontanano detriti rappresentando l’elemento principale della biocenosi presente.
Numerosi sono gli invertebrati e le specie di alghe che lo popolano, a questi organismi è richiesta la capacità di adattarsi ai cambiamenti a cui è esposta questa zona tra questi adattamenti vi è la capacità di sopravvivere per un certo periodo di tempo fuori dall’acqua ed evitare il disseccamento, la resistenza a forti escursioni termiche e alle onde.
Frequenti sono gli epibionti cioè organismi che vivono sopra animali.
Gli organismi presentano una distribuzione a fasce orizzontali in base alla loro necessità di acqua, tuttavia le fascie non sempre sono distinguibili pertanto la distribuzione degli organismi compresa la vegetazione sono detti “a mosaico”, un mosaico influenzato da localismi, dunque possiamo incontrare…
Attinie: pomodori di mare Actinia equina (Linnaeus, 1758), pomodoro tigrato (Actinia cari).

Actinia Equina

Cirripedi: balani (Thoracica, Darwin 1854), dente di cane (Chthamalus stellatus).
Molluschi: lepre di mare (Aplysia spp), calamaretto (Allotheutis subulata ), polpo comune (Octopus vulgaris), calamaro (Loligo vulgaris), seppia (Sepia elegans), chitone (Chiton olivaceus), Gibberula miliaria, Gibbula adansoni, ostriche (Ostrea spp.), mitile o cozza (Mytilus galloprovincialis), patelle (Patella caerule), cornetto comune (Osilinus turbinatus, ex Monodonta turbinata), Tellina nitida solo su fondali molli e littorina (Littorina littorea) nella zona più alta e meno umida.
Celenterati: Cladocora caespitosa, comunemente dette meduse abbiamo polmone di mare (Rhizostoma pulmo ) e Pelagia noctiluca.
Decapodi: granchio dalla chele nere (Xantho poressa Olivi, 1792), granchio dalle chele piatte (Porcellana platycheles Pennant, 1777), granchio favollo (Eriphia verrucosa), granchio degli scogli (Eupagurus arrosor), l’alloctono granchio corridore (Pachygrapsus marmoratus), paguro diavolo (Clibanarius erythropus) e gamberetto (Palaemon elegans).
Tra i pesci: peperoncino ( Tripterygion tripteronotus), bavosa guance gialle (Lipophrys canevae), bavosa rossa (Lipophrys nigriceps), bavosa bianca (Parablennius rouxi), succiascoglio (Lepadogaster candollii), nono (Aphanius fasciatus), ghiozzo paganello (Gobius paganellus), rombo di rena (Bothus podas), sauro (Trachurus trachurus) e pesce pilota (Naucrates ductor).
Echinodermi: cetriolo di mare (Holothuria forksali),  stella cuscinetto (Asterina gibbosa Pennant 1777), stella spinosa minore (Coscinasterias tenuispina), stella serpentina liscia (Ophioderma longicauda), stella serpente o stella serpentina (Ophiothrix fragilis), riccio di mare (Arbacia lixula) e riccio femmina (Aroacentrotus lividus), erroneamente considerati il maschio e la femmina di una stessa specie.
Alghe verdi: Enteromorpha sp.e lattughe di mare (Ulva lactuca e Ulva rigida)
Alghe brune: quercia marina (Fucus virsoides J. Agardh);
altre alghe: Dictyota dichotoma, Acetabularia mediterranea, Cystoseira sp., Padina pavonia, Halimeda tuna, Calothrix crustacea, Brachytrichia quojii, Bangia atropurpurea, Ulothrix flacca.
Mare Mediterraneo : piano infralitorale
Si tratta della zona al limite inferiore della zona di marea sino alla profondità in cui non è più possibile lo sviluppo delle alghe fotofite e delle piante fotofite come la Posidonia e la Zostere, raggiunge una profondità variabile fra i -30 e i -40 mt.
E’ la zona marina in cui si possono trovare il maggior numero di forme di vita tra animali e vegetali.
Nei primi metri possiamo trovare un’ampia popolazione di alghe che fanno da rifugio per numerosi organismi, tra queste l’alga bruna cistoseira (Cystoseira fimbriata), monetina di mare (Halimeda tuna), ombrellino di mare (Acetabularia Acetabulum), pavonia o coda di pavone (Padina pavonica).
Echinodermi: riccio di mare (arbacia lixula e paroacentrotus lividus).
Spugna a canne d’organo (Haliclona mediterranea), la spugna da cui si ricavano le comuni spugne da bagno (Euspongia officinalis), spugna rossa (Spirastrella cunctatrix), spugna canna (Axinella cannabina), spugna aerofaba (Verongia aerophoba).
Molluschi cefalopodi: polpo comune (Octopus vulgaris), polpo bianco o moscardino (Eledone moschata); molluschi gasteropodi: Gibbula adansoni, Gibberula miliaria, Tellina nitida su fondali molli.
Crostacei: aragosta (Palinurus vulgaris), cicala di mare (Scyllarus arctus) paguro di fondo (Pagurus excavatus), paguro di scogliera (Pagurus anachoretus)
Anellidi : spirografo (Spirographis spallanzani), serpula (Serpula vermicularis), protula (Protula tubularia).
Tra i pesci comuni troviamo occhiate (Oblada melanura), saraghi, gli scorfani (Scorpaena scrofa), donzelle (Coris julis, Thalassoma pavo), salpe (Sarpa salpa), scarrani (Serranellus scriba), castagnole (Cromis cromis).
Mare Mediterraneo : prateria di Posidonia
La Posidonia oceanica non è un’alga ma una pianta, necessita di luce per la fotosintesi clorofilliana, endemica del Mediterraneo, vive nel piano Infralitorale, è una pianta superiore dalla struttura nastriforme costituita da rizoma, foglie, fiori e frutti.

Si rinviene sui fondali mobili fangosi e sabbiosi, genera estese praterie sommerse dette ‘poseidoneto’.
E’ una fanerogama ( faneròs = evidente; gàmos = nozze) marina quindi ha organi riproduttivi visibili.
Spesso vive in associazione con Zostera marina altra fanerogama protetta che possiede alcune caratteristiche similari.
La prateria di Posidonia è considerato l’ecosistema più importante del Mediterraneo per l’alta produzione di ossigeno (un metro quadrato di vegetazione è in grado di produrre 10-15 litri al giorno di ossigeno); per la capacità di proteggre le coste dall’erosione trattendo le particelle di sedimento stabilizzando i fondali; per la possibilità che possiede di creare microambienti favorevoli allo sviluppo di un’alta biodiversità fungendo da nursery e da nascondiglio.
Le foglie e i rizomi stessi accolgono crinoidi, alghe calcaree, briozoi, spugne, ascidie.
La prateria di Posidonia oceanica è inserita nella Direttiva europea Habitat per la flora e la fauna del 1992. (vedi normative)
I principali fattori a causare la regressione del poseidoneto sono il cambiamento delle correnti da parte dell’uomo che avviene modificando le coste; le attività di pesca come strascico ed ancoraggio; l’aumento della torbidità dovuto alle opere umane; l’ invasione di specie tropicali come l’alga Caulerpa racemosa e Caulerpa taxifolia.
Si rimanda alla lettura dell’ articolo a questo link
Pesci che si possono incontrare nel poseidoneto sono: tordo merlo o tordo nero ( Labrus merula), tordo marvizzo, tordo d’alga o tordo verde (Labrus viridis), pesce pettine (Xyrichthys novacula), tanuta (Spondyliosoma cantharus) pesce ago (Sygnatus typhle), cavalluccio marinio (Hippocampus guttulatus), boghe (Boops boops), perchia (Serranus cabrilla), orata (Sparus aurata), sciarrano (Serranus scriba), vicino alle distese della pianta grufolerà la triglia di fango (Mullus barbatus barbatus).
Echinoidi: riccio melone (Echinus melo), riccio di prateria (Sphaerechinus granularis), Ofiuridi come la stella serpentina spinosa (Ophiotrix fragilis) e la stella serpentina liscia (Ophioderma longicaudum)
Altri oganismi: pinna comune (Pinna nobilis) il più grande bivalve del Mediterraneo, spugne, bonellie, oloturie, molluschi e crostacei vari, verme pavone (Sabella penicillus ), vermi policheti, cannolicchi (Solen marginatus PULTENEY, 1799 e Ensis siliqua minor CHENU, 1843)
Mare Mediterraneo : piano circalitorale
E’ un ambiente marino caratterizzato da scarsa luminosità (ambiente sciafilo), si estende dalla fine del piano infralitorale fino a circa 150 m sulla piattaforma continentale, anche detto fondale Coralligeno.
La presenza di piante non è permessa a causa dell’incapacità che ha la luce di azionare la fotosintesi, sono presenti alghe circalitorali sciafile che costruiscono il substrato duro formato dalle concrezioni dei talli.
Tra le famiglie di alghe coralline che creano queste formazioni dure di calcare (carbonato di calcio), substrato solido sul quale nuovamente la fauna si fisserà al substrato (sessile), vi sono le Coralinacee e Peysonelliacee, in parte minore a contribuire all’edificazione ci sono scheletri di animali, queste formazioni possono arrivare a diversi metri di spessore.
Alghe Coralliniacee che fanno da organismi costruttori, alghe rosse calcaree ed incrostanti come Pseudolithophyllum expansum, Lithophyllum incrustans, 15 differenti Specie di Peyssonelliacee (tra cui Peyssonnelia rubra, Peyssonnelia polymorpha, Peyssonelia squamarla detta rosa di mare), alghe verdi come Udotea petiolata e Halimeda tuna.
Altre alghe Corallinacee presenti sono Mesophyllum alternans, Lithophyllum frondosum, L. cabiochae.
Sono presenti grandi invertebrati come le gorgonie: gorgonia rossa (Paramuricea clavata), gorgonia gialla (Eunicella cavolinii), gorgonia bianca (Eunicella singularis), gorgonia verrucosa (Eunicella verrucosa), Lophogorgia sarmentosa.
Cnidari: corallo rosso (Corallium Rubrum)
Pesci: scorfani (Scorpaena scrofa), grongo (Conger conger) , murena mediterranea (Muraena helena), aguglia (Belone belone), cefalo, castagnole (Chromis chromis), barracuda mediterranei (Sphyraena viridensis), mostelle (Phycis phycis), triglia di scoglio (Mullus surmuletus), triglia di fango(Mullus barbatus barbatus), orata (Sparus aurata), cernia bruna (Epinephelus marginatus), dentice (Dentex dentex), tordo Marvizzo (Labrus bergylta),re di triglie (Apogon imberbis) acciuga (Engraulis encrasicolus), tra gli squaliformi gattucci (Scyliorhinus canicula) e gattopardi (Scyliorhinus stellaris).
Echinodermi : il riccio diadema (Centrostephanus longispinus), le stelle marine stella marina rossa (Echinaster sepositus), stella serpente (Ophidiaster ophidianus), stella marina variabile o stella marina spinosa minore (Coscinasterias tenuispina), martasteria o stella marina spinosa (Marthasterias glacialis), tra i policheti è presente lo spirografo (Sabella spallanzani) e tra le spugne la Phorbas tenacior.
Le meduse Rhizostoma pulmo e Cothyloriza tuberculata.
A seguito della “tropicalizzazione del Mediterraneo” causata dall’innalzamento globale della temperatura, dal passaggio aperto attraverso il canale di Suez (migrazione Lessepsiana iniziata nel 1869), dalle acque di zavorra prelevate in altre mari e scaricate nei porti, la fauna ittica italiana dalle 580 specie originarie si è arricchita di varietà aliene. Fenomeno simile è la Meridionalizzazione del mar Mediterraneo che interessa lo spostamento delle specie subtropicali tipiche delle coste meridionali verso regioni più temperate.

Emilio Martiello
Copyright © Acquefredde.it
Vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo senza il consenso dell’autore.

Condividi !