Ceratophyllum demersum, C. submersum. Ceratofillo

Linneo distinse due varietà di Ceratophyllum il demersum e il submersum.
Queste due sp. di ceratofillo hanno una distribuzione cosmopolita e appartengono alla famiglia delle Ceratophyllaceae.
Trovano il loro habitat nei tratti non troppo mossi di canali e fiumi, stagni e laghi, posizionati non oltre i 500 m s. l. m. per il demersum, la varietà submersum arriva fino ai 600.
Presentano foglie sottili e lunghi steli che possono formare una fitta massa vegetale.
Raggiungono i 50/80 cm di altezza, non possiedono radici pertanto spesso formano lunghi ammassi galleggianti anche di 1-3 metri, possono sviluppare rizoidi in grado di ancorarle al fondo.
Non possedendo radici sono in grado di assorbire tutto il nutrimento necessario dalla foglie e dagli steli.
In acquario, dove sono molto adatte come pianta da sfondo, pianta centrale o possono essere lasciate a galleggiare, per vivere al meglio non hanno molte pretese crescendo bene in quasi tutte le condizioni.
L’infiorescenza unisessuale di 2 mm circa si forma in posizione ascellare, i fiori dei due sessi sono presenti sulla stessa pianta e hanno una colorazione verde per nulla vistosa.
Necessitano di poca luce, da bassa a media.
Si riproducono facilmente per talea e getti laterali.
Il Ceratophyllum demersum ha foglie più fitte ed uno stelo più delicato.

Ceratofillo
La varietà demersum trova la temperatura ideale tra 10-28 °C, mentre il submersum a 15 ai 18°
I Ceratophyllum riescono a bloccare la crescita delle alghe come del resto, le altre piante a crescita rapida che traggono molti nutrienti dall’acqua togliendoli alle alghe.
La dicitura “ceratofillo pianta anti-alghe” è dunque da intendersi inadeguata quando questa caratteristica è spacciata per unica su questa essenza.
Va anche considerato che, come altre piante, liberano sostanze chimiche inibitrici delle alghe (per approfondimento si veda l’argomento allelopatia).
Nota: la nomenclatura di tali pianta è rimasta invariata dai tempi in cui Linneo le classificò, il nome deriva dal Greco: keras-atos “corna” e phyllum “foglia”.

Emilio Martiello
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