Scorpaena porcus. Scorfano nero o scorfano bruno.

Diffuso nell’Atlantico orientale, nel Mediterraneo e nel Mar Nero è un pesce bentonico che frequenta le profondità da 0 a oltre 100 metri.
Livrea mimetica ed estremamente variabile anche mutabile in base ad esigenze ambientali.
Di colorazione bruno/nera con marmorizzazioni può avere anche una colorazione più chiara, rossiccia, simile allo Scorfano rosso (Scorpaena scrofa), in questi casi la mancanza di appendici carnose sul mento eviterà il fraintendimento.
Il corpo è tozzo, compresso coperto di piccole squame ctenoidi.

Scorfano nero o Scorfano bruno. Scorpaena porcus

Scorfano nero o Scorfano bruno. Scorpaena porcus

Le dimensioni massime sono di 30 cm.
La testa è grossa con un grande occhio, sono presenti caratteristiche spine distribuite per tutto il cranio.
La bocca è ampia.
12 grossi raggi acuminati sono presenti sulla pinna dorsale, altri 3 sono sulla pinna anale.
Le pinne pettorali sono molto robuste e di forma tondeggiante.
Sulle ventrali sono presenti altre due spine.
Le robuste spine dorsali e opercolari possiedono ghiandole velenifere.
Alla sua forma, evolutasi in funzione dell’impeccabile mimetismo con gli ambienti frequentati, è dovuta la sua scarsa capacità di nuotatore.
In media la vita dello scorfano è di 6 anni per le femmine e 4 anni per i maschi.
Le riproduzioni avute in cattività sono avvenute in grandi acquari, tuttavia sono reperibili pochissime informazioni a riguardo.
In natura avviene da maggio ad agosto per esemplari che hanno raggiunto la maturità sessuale dopo i tre anni di età.
In acquario è fortemente inquinante data la sua alimentazione.
Predilige cibo vivo, esche, gamberi, piccoli pesci.
Si può tentare di abituarlo al “morto” agitandoglielo, con un bastoncino davanti al muso.
Di abitudini sedentarie a volte renderà difficile la sua identificazione grazie anche al suo mimetismo.
Sarà poco mobile spostandosi per lo più quando è il momento di mangiare.
E’ molto importante fare attenzione a non toccarlo per la dolorosità della sua puntura che dura a lungo.
Nel caso si venga punti è bene non agitarsi ma porre subito rimedio disinfettando la ferita e togliendo eventuali spine rimaste conficcate per poi immergere la parte in acqua molto calda (anche fino a due ore). Il veleno dello scorfano, come quello delle vespe è termolabile.
In alcuni casi le punture possono infettarsi o dare inizio ad uno shock anafilattico pertanto con segni tipici affidarsi a cure mediche sarà necessario.
Maneggiarlo è sconsigliato, è sempre meglio usare un retino per eventuali spostamenti.
Nel caso si dovesse procedere a mani nude il sistema sicuro è procedere come fanno i pescatori esperti rivolgendo il palmo in direzione della bocca poggiando indice e pollice sulle guance senza stringerlo troppo.
La temperatura ideale non deve andare oltre i 23° ,ma , trattandosi di una specie che può essere rinvenuta anche nelle pozze può sopportare temperature più elevate. Ne conviene, da questa ultima nota sugli habitat frequentati, che possa anche sopportare sbalzi di salinità.
La convivenza con altre specie può avvenire con pesci più veloci, dal movimento frequente e che non occupino le sue stesse zone di residenza, ad esempio castagnole e saraghi, ma non è detto che questa convivenza possa durare in eterno.

Video da Youtube in cui uno Scorfano viene alimentato con il morto

Emilio Martiello
©Acquefredde.it . È assolutamente vietata la riproduzione, anche solo parziale, delle illustrazioni, del testo e delle foto presenti in questo articolo, senza il consenso dell’autore.

Condividi !