Juncus effusus. Giunco comune

Pianta perenne dal portamento cespuglioso con distribuzione quasi cosmopolita.

Considerata nativa in Europa, Asia, Africa, Nord e Sud America si è naturalizzata in Australia, Madagascar e varie isole oceaniche.

E’ la specie di Juncaceae più comune e si rinviene in tutta Italia dal mare fino ai rilievi di 1700 m circa.

L’habitat è rappresentato da zone umide come aree ripariali anche marittime, fiumi e fossati, paludi, prati o pascoli con ristagni d’acqua. Predilige le zone esposte al sole.

Produce rizomi striscianti e sotterranei con i quali si propaga molto facilmente andando a ricoprire rapidamente vaste superfici.

Le foglie alla base del fusto sono lineari oppure avvolte attorno al fusto.

I fusti eretti sono verdi, dalla forma cilindrica, alti 100 – 150 cm, con deboli striature longitudinali e notoriamente flessibili.

Il midollo, spugnoso e compatto, rappresenta una delle chiavi di riconoscimento da Juncus inflexus al cui interno invece si trova interrotto.

Altra caratteristica discernitiva tra le due specie è la colorazione verde in questa essenza, glauco nell’altra.

L’infiorescenza da maggio ad ottobre è disposta a ventaglio, di colore verde e bruno è poco appariscente come in tutte le specie della famiglia.

A seguire si formeranno capsule contenenti semi ovoidali di colore giallastro o rugginoso che andranno a disperdersi dopo l’apertura.

Resistente al gelo, preferisce terreni ricchi di nutrienti ma costantemente umidi.

Crescendo in acque, purché molto basse, contribuisce alla fitodepurazione.

E’ una pianta che ha accompagnato l’umanità per millenni grazie alle caratteristiche dei suoi fusti impiegati come materia prima per la costruzione di vari manufatti intrecciati.

Solo l’avvento della plastica ne ha frenato il largo uso ma tuttora trova impiego in vari settori tra cui l’arredamento.

Emilio Martiello
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