Un tipico lago nostrano o Europeo

I laghi sono alimentati pricipalmente dall’acqua piovana e dallo scioglimanto delle nevi o da sorgenti, come gli stagni fanno parte delle acque lentiche quindi con basso movimento.
Va corretto il credo comune che vuole le acque dei laghi come stagnanti dato che l’acqua dei laghi non è ferma grazie alla presenza di emissari come fiumi o corsi d’acqua superficiali o sotterranei, poi c’è l’azione del vento sulla superficie che può creare gorghi o moti ondosi e inoltre ci sono i moti oscillatori detti sesse che si originano in conseguenza di improvvisi abbassamenti della pressione atmosferica.
Tuttavia queste correnti consentono la formazione di un fondale generalmente limoso, un substrato fertile che consente a molte specie di piante di proliferare.
Frequenti sono le formazioni di alghe del genere Chara , spesso tappezzante che può caratterizzare interi bacini formando il tipico lago a Characeae
I rappresentanti dell’ittiofauna sono divisibili in erbivori come tinca (Tinca tinca), scardola (Scardinius eryhtrophtalmus) e carnivori come il luccio (Esox lucius) per quanto riguarda gli autoctoni, di remota introduzione vanno segnalati carpa (Cyprinus carpio) introdotta tra il 10 e il 100 d.c e il carassius (Carassius carassius).

Polygonum amphibium

Polygonum amphibium

Di recente introduzione sono il persico sole (Lepomis gibbosus), introdotto nell’800 in tutta Europa dall’America, la gambusia (Gambusia affinis e G. holbrooki), proveniente dallla zona meridionale del Nord America la cui introduzione risale alla bonifiche nel ventennio fascista, il coregone lavarello (Coregonus lavaretus), introdotto a partire dal 1861 dallo zoologo F. De Filippi con avannotti di “Blaufelchen” (Coregonus wartmanni coeruleus Fat.) provenienti dal Lago di Costanza, il persico trota o black bass (Micropterus salmoides) introdotto agli inizi del ‘900 inizialmente nel varesotto, il luccioperca o sandra (Stizosteidon lucioperca) proveniente questo dall’Europa centro orientale, sempre dal nord America abbiamo ricevuto i pesci gatto maculato (Ictalurus punctatus) e l’ Ictalurus melas.
Purtroppo l’elenco delle specie aliene non finisce qui.
Un lago può essere diviso in quattro zone con propri lineamenti fisici e con una distribuzione caratteristica di forme di vita:
La prima, zona sopralitorale caratterizzata da zone fangose o paludose, è sogetta a periodiche inodazioni legate alle piogge stagionali, qui si possono trovare le praterie a giunco nero (Schoenus nigricans) e il cariceto un particolare tipo di torbiera con presenza di piante del genere carex tra cui carice spondicola (Carex elata), carice pendula, (Carex pendula), giunco nero comune (Schoenus nigricans L.) e altre carex.

Thypha latifolia

Thypha latifolia

Altra vegetazione di queste zone trova i suoi rappresentanti in piante erbacee miste e dalla presenza di essenze tipiche delle zone umide non boscose che formano macchie non omogenee e discontinue tra cui calta (Caltha palustris L.), salcerella (Lythrum salicaria L.), betonica palustre (Stachys palustris L.), ranucolo palustre (Ranunculus lingua L., Ranunculus aquatilis, Ranunculus trichophyllus, Ranunculus fluitans), giunco fiorito (Butomus umbellatum L.), billeri amaro (Cardamine amara L.), veronica acquatica o beccabunga (Veronica anagallis-aquatica L.), crescione giallo (Rorippa amphibia L. Besser).

La zona litorale è quella dove i vegetali sono più rigogliosi vi crescono piante emerse radicate sul fondo, alcune delle quali non possono vivere completamente sommerse per la totalità della loro esistenza, spesso con le fronde si mantengono sul pelo dell’acqua come il crescione (Nasturtium officinale), inoltre sono presenti piante sommerse, liberamente galleggianti e fitoplancton.
La giuncaia può spingersi fino ad un metro e mezzo di profondità mentre il lamineto contraddistinto da Nymphaea alba e il nufareto composto dal nannufaro (Nuphar luteum) non superano i tre metri sotto l’acqua.
Altre essenze della flora acquatica sono la callitriche (Callitriche stagnalis) la sedanina (Berula erecta), le veroniche (Veronica limosa Lej., Veronica rudolphiana Hayne, Veronica fontinalis Salisb., Veronica rotundifolia Gilib. )

Veronica e callitriche

Callitriche e Veronica (foglie più grandi) in associazione

La maggior concentrazione di vita in questa zona non è dovuta solo ad una maggiore esposizione alla luce solare ma anche alla presenza di sostanze che qui vengono importate dai terreni circostanti come fosforo, azoto e sali minerali che giungono a seguito di piogge.
Le specie ittiche di questa zona sono in gran parte avannotti e minutaglia che cercano nascondiglio dai predatori.
A seguire è presente la zona limnetica che si estende fino alle profondità in cui la luce smette di penetrare e spazia su tutta la superfice dello specchio, accoglie fitoplancton (alghe), zooplancton (Protozoi, Rotiferi e Crostacei ) e il necton (le varie specie ittiche).

Fibreno lago

Scorcio del lago di Posta Fibreno in provincia di Frosinone

Fin qui, ovvero non oltre alla profondità di 12 metri, abbiamo occupato la zona fotica dove la quantità di luce è sufficiente per far svolgere la fotosintesi, al di sotto di questo strato vi è la zona di profondità dove possono sopravvivere solo i pesci che meglio sopportano le tempearature più basse e abbisognano di meno luce, dai 12 metri fino al fondo del lago siamo nella zona afotica dove l’irradiazione solare non è sufficiente a svolgere la fotosintesi.
L’ultima fascia è rappresentata dalla zona bentonica, il fondo fangoso e ricco di sedimenti, popolato dalla fauna bentonica o zoobentos che tollerano scarsa presenza di ossigeno e vivono della decomposizione, sono presenti anche larve di insetti.
La presenza di piante acquatiche, idrofite e macrofite, aiuta l’ecosistema ossigenando l’acqua, fornendo nutrimento ai pesci erbivori, rappresentando il nascondiglio ideale per numerosi tipi di invertebrati e organismi che si nutrono di detriti o altri elementi, invertebrati e organismi che a loro volta possono essere il nutrimento di molti pesci.
Tra le specie sommerse più comuni si possono incontrare miriofillo (Myriophyllum spicatum), valisneria (Valisneria spiralis) mentre a gallegiare ci sono lenticchia d’acqua (Lemna minor), erba pesce (Salvinia natans).
A rappresentanza di altri continenti possiamo trovare Elodea densa e Azolla carolinensis, il loto (Nelumbo nucifera Gaertn.) originario di Asia e Australia, l’amazzonico giacinto d’acqua (Eichhornia crassipes), Pistia stratiotes nativa di America centro – sud e Africa, un bivalve come il mitilo zebrato (Dreissena polymorpha) proveniente dalle aree intorno al Mar Caspio e dal Lago d’Aral.

Giacinto dacqua Eichhornia crassipes

Una presenza ingombrante nel lago è rappresentata dal gambero rosso della Louisiana o gambero killer (Procambarus clarkii Girard, 1852), importato tra 1991 e il 1992 in Toscana si è poi appropriato di quasi tutti i corsi d’acqua e laghi italiani, proviene dal Centro-Sud degli Stati Uniti e del Nord-Est del Messico è portatore sano della cosidetta “peste del gambero” che falcidia il gambero di fiume nostrano (Austropotamobius pallipes Lereboullet, 1858), si riproduce in quantitativi numericamente consistenti e distrugge cibandosene vegetazione, larve di pesci e anfibi.

Procambarus clarkii

Procambarus clarkii, gambero killer della Luisiana in attacco

Tutti gli organismi presenti nel lago si relazionano in un sistema di interdipendenza, la presenza di organismi non originari può ridurre o estinguere quelli nativi soppiantandoli nella loro nicchia ecologica a causa di eccessiva predazione o della competizione alimentare, il problema esiste e non è da sottovalutare.

Emilio Martiello

Copyright © Acquefredde.it
Vietata la riproduzione, anche parziale, del testo e delle foto presenti in questo articolo senza il consenso dell’autore.

Condividi !